lunedì 21 ottobre 2013

Studentessa molestata ai Benedettini
«Ero in facoltà e mi sentivo protetta»



Di Agata Pasqualino | 4 maggio 2012 



Ieri intorno alle 19.30 una studentessa è stata molestata da un uomo che si era finto un operatore della Sanagens, la nota ditta produttrice di calzature fisiologiche, mentre si trovava in una delle aree studio della facoltà di Lettere e Filosofia al Monastero dei Benedettini di Catania. «Ho fiducia nelle istituzioni e quindi credevo avesse il permesso per stare lì», ha raccontato a CTzen la giovane, che non è stata l’unica vittima di questo molestatore feticista.
«Non ho sporto denuncia ai carabinieri perché mi hanno detto che se non ci sono prove è inutile, ma voglio raccontare quanto mi è successo perché spero che così non succeda ad altre ragazze». Vuole rimanere anonima la studentessa che intorno alle 19.30 di ieri sera è stata molestata da un uomo all’interno del Monastero dei Benedettini, sede della facoltà di Lettere e Filosofia di Catania.
Era da sola in una delle aree studio – quella che gli studenti chiamano ponte dove i banchi sono posti di fronte alle grandi finestre che danno sui due chiostri – quando le si è avvicinato un uomo «poco più che trentenne, basso, tozzo e con capelli, pizzetto e occhi scuri», racconta, con la scusa di essere un operatore della Sanagens e chiedendole se aveva ricevuto un volantino informativo. «Mi ha detto che stavano organizzando corsi di ortopedia e yoga per studenti. Ero scettica, ma ho fiducia nelle istituzioni e quindi credevo avesse il permesso», racconta la ragazza senza nascondere l’amarezza che prova per essere cascata nel tranello.



Con la scusa di un’errata postura del piede, l’uomo è riuscito a farle togliere il calzino. Ha preso il piede tra le mani e ha cominciato a massaggiarlo. «È come se mi avesse ipnotizzato. Ho sentito una pressione mentale», dice la studentessa. È durato circa tre minuti, fino a quando l’uomo non ha appoggiato il piede della ragazza tra le sue gambe sopra i genitali. «A quel punto ho provato una sensazione di malessere. Mi sono irrigidita e gli ho chiesto a che titolo era lì», dichiara la giovane, che con le sue domande è riuscita a far allontanare il molestatore feticista.
L’uomo aveva avvicinato ed importunato anche un’altra studentessa prima di lei. «Poco dopo averlo allontanato, ho sentito le voci del bidello e dell’addetto alla sorveglianza che erano insieme ad una ragazza in lacrime», dichiara. Dal racconto del bidello è venuta a sapere che avevano fermato l’agressore ma che alla fine era riuscito a scappare.
La giovane, però, non ha sporto denuncia. «Ho chiesto all’altra ragazza se voleva denunciare insieme a me, ma non se l’è sentita, e mi hanno detto che una denuncia contro ignoti da sola e senza prove è inutile». Giustifica così la sua scelta senza nascondere la rabbia. «È assurdo che all’interno di un luogo come l’università non ci sia un adeguato sistema di videosorveglianza», dice. Se ci fosse stato avrebbe avuto le prove e il molestatore avrebbe potuto pagare per il suo gesto. Adesso invece per cercare di evitare alle sue colleghe la sua stessa brutta esperienza può solo raccontarla. «Mi sentivo al sicuro all’interno della facoltà, anche perché dopo le 19 c’è un sorvegliante davanti al portone, e invece mi sbagliavo», dice amareggiata.

venerdì 18 ottobre 2013

PEPPE FETISH - Un caso, una fenomenologia

Peppe Fetish è ormai un personaggio conosciuto oltre il mondo del foot fetish. Da cronaca locale partenopea, grazie a internet e a una gran faccia tosta, il nostro protagonista ha conquistato una ribalta nazionale, fiero e incurante di ogni derisione.
Confessiamo di avere notato il fenomeno nel suo primissimo esordio di notorietà, ma per molto tempo abbiamo ritenuto non necessario parlarne per un certo disagio. Fastidio, diremmo, e non nei confronti di Peppe, naturalmente, uomo di un candore disarmante che rende superfluo e pretestuoso ogni commento, ma nei confronti dei diversi sciacalli che gli sono girati attorno.
A farci cambiare idea è stata prima di tutto la persistenza del fenomeno – sono oramai anni che se ne parla – una continuità tale da non poter essere ignorata dai cultural foot fetish studies.

Anzitutto individuiamo il mix che ha reso popolare la figura di Peppe:
- Incarna il feticista dei piedi maniacale che scandalizza ma allo stesso tempo fa ridere: non gli interessa instarurare una relazione con la "portatrice di piedi", l'atto di adorazione del piede è per lui un "rapporto" completo (ma non è un rapporto...), ed è una mera fornitura e in quanto tale soggetta a una contrattazione di natura economica, disponibilità al pagamento che egli confessa senza ipocrisia e che anzi ritiene di obbligo.
- Se in una figura ordinaria tali caratteristiche sarebbero solo oggetto di derisione poco espandibile mediaticamente, la figura di Peppe ne fa davvero un personaggio consumabile a livello di massa: ha una conformazione fisica bohemienne, nobilmente malaticcia, nosferatesca vampiresca, una certa proprietà del linguaggio (quasi sempre superiore ai suoi interlocutori) innata e colorita e ha soprattutto la capacità (e qui sta un punto chiave: voluta!) di creare e utilizzare il proprio personaggio, anche tramite appositi tormentoni: danza con passi di discoteca anni ottanta, ripete infinitamente le stesse dichiarazioni manifesto del proprio feticismo – "tengo un cazzo di marmo", "no gay, no uomini", "piedi sporchi e callosi" – canzoni italiane di successo reinterpretate – "Ho bisogno dei Piedi, sai Dio, se no sto male...".
- E andiamo al motore del funzionamento di tutto: gli altri, quelli che guardano e ne ridono, lo filmano e condividono i video su internet, in particolare youtube. I protagonisti veri e alle spalle della gran macchina del cinismo, cioè del vero funzionamento della nostra società spettacolare di massa.

Perché tanto interessamento per Peppe? Perché fa tanto ridere e desta tanto scandalo?

Esemplare una puntata di questa tramissione, Trashopolis:


Non ci sono dubbi sul fatto che il vero principe del trash sia il suo conduttore: Gennaro D'Auria, coattissimo vesuviano che tratta da cafone la ragazza servita dalla dedizione di Peppe, beve dalla bottiglia tra i resti di un po' di tutto, lattine e cenere... un'incarnazione infima del re dei cinici televisivi, Maurizio Costanzo, maestro e antesignano di coloro che, non avendo proprio nulla da essere e da dire, si servono di fenomeni da mettere alla berlina, per credersi più intelligenti, furbi, assieme al loro pubblico.

Ma non c'è solo questo. E' legittimo ipotizzare che tra coloro che ridacchiano ci siano timidi appassionati dei piedi: un po' come gli omosessuali repressi, si servono di Peppe per sfogare i loro disagi. Lui, invece, gode, incurante delle manipolazioni che, appunto, non lo toccano.

sabato 4 maggio 2013

Trionfo del fetish


Moritz Guhling realizza un remix della canzone di James Vincent Higer Love. Non ne parlerei, non essendo proprio il mio genere musicale. Ma come capiterete dal link che ho caricato, il video ha un certo interesse. Realizzato da Lisa Eisner, si tratta di un vero trionfo del feticismo. A parte i piedi della ragazza, gli occhiali la fanno decisamente da padroni.
Ignoro tutto di questo Moritz Guhling, per il momento di Lisa Eisner apprendiamo quanto segue.


Artista e avventuriera Lisa Eisner è cresciuta a Cheyenne, Wyoming. Si trasferì a New York nel 1979 e attualmente vive a Los Angeles con il marito (i suoi due figli adulti hanno preso il volo). E' stata una fashion editor di Mademoiselle e Vogue , dove era redattore europeo a Parigi e, più tardi, West Coast Editor di Los Angeles. Dopo più di 15 anni nel settore moda ha deciso di concentrarsi sulla fotografia. L'interesse di Eisner in sottoculture, cerimonie e riti è evidente nei suoi due libri, Rodeo Ragazze (1999) e Shriners (2004), che parla dell'Antico ordine arabo dei nobili del Santuario Mistico, un gruppo massone, di cui il nonno era membro. Nel 1999, ha co-fondato Greybull Press al fine di pubblicare libri d'arte e fotografia di artisti diversi come  Crumb, Richard Prince e Dennis Hopper. Eisner ha contribuito a W, Vogue Paris, Pop, The New York Times Magazine, Vanity FairHarper Bazaar . Ha tenuto diverse mostre fotografiche, come "Psychonaut", aperta nel maggio 2010. 
Lisa Eisner


venerdì 26 aprile 2013


Ancora atteso, ma pare che infine uscirà The Big Shoe di Shainberg, un film sull'ossessione foot fetish

Un film tra fashion e feticismo. È stato descritto così The Big Shoe, film diretto da Steven Shainberg e prossimo progetto di Kristen Stewart. Protagonista delle pellicola sarà anche Jim Sturgess che, durante la promozione del suo ultimo film Upside Down, ha rilasciato un’intervista aMTV dove ha parlato anche del suo prossimo impegno. L’attore ha dichiarato che il film si baserà principalmente sulla storia di un disegnatore di scarpe. «Questo ragazzo è ossessionato dai piedi, quindi tutta l’idea gira intorno al feticismo dei piedi e sulla realizzazione delle scarpe». Nel cast anche Elizabeth Banks che interpreterà una psicoterapeuta assunta dalla famiglia del ragazzo, che nell’ultimo periodo ha perso il desiderio di realizzare scarpe; per questo motivo la famiglia gli trova anche una musa (Stewart) e Sturgess si innamorerà dei suoi piedi. Ovviamente Josh Horowitznon si è lasciato scappare l’occasione di domandargli della sua coprotagonista Kristen: «Non l’ho ancora incontrata, ma so che sarà emozionante. So chi è, ho visto alcuni dei suoi film, ha fatto Adventureland che mi è piaciuto moltissimo». E quando è saltato fuori il discorso sul piccolo incidente al piede di Kristen che l’ha vista arrivare agli Oscar con delle stampelle l’attore ha dichiarato scherzando: «Stava facendo training al piede, lavorava sui muscoli».


fonte: bestmovie.it


domenica 17 febbraio 2013

Il feticismo sofferente di Sara Tommasi

Arriviamo al tema con grande ritardo, ma chi ci legge conosce forse già i nostri tempi storici e dunque può perdonare la lenta registrazione degli eventi, cosa che se non altro consente una comprensione più gustosa – o disgustosa, come nel caso che segue.
Di tutto l'accaduto la foto qui alla sinistra è l'unico momento forse effettivamente conturbante: Sara Tommasi, nella presunta storia lesbo con la sorella del calciatore Mario Balottelli,  Abigail Balotelli, le lecca il piede. La notizia è emersa nel maggio del 2012, riportata dal tabloid Daily Star, ma facente riferimento a un evento accaduto due anni prima. Si parla di "kissing, licking and even toe-sucking". (tra i tanti: www.blitzquotidiano.it).
Sarebbe interessante scoprire in lei una sincera e appassionata feticista e forse davvero lo è. Peccato che per far parlare di sé la Tommasi le ha provate davvero tutte, una mina vagante pericolosa solo per se stessa e il suo precario equilibrio. Il suo film pornografico ha fatto registrate un numero vertiginoso di clic su youporn ma potrebbe senz'altro divenire anche un classico filosofico, da mettere in vendita abbinata con Le centoventi giornate di Sodoma di De Sade. E l'accostamento non sembri soltanto una ridicola battuta! In fondo Salò o le centoventi giornate di Sodoma di Pasolini non faceva che accostare l'uso spietato dei giovani corpi da parte del potere alla cruda filosofia naturalista e materialista del Divin Marchese. Se guardate attentamente le scene porno girate da Sara Tommasi noterete quanta mestizia, tristezza e sofferta abnegazione trasudino dal suo volto e dal suo corpo impegnato a darsi in un sacrificio per la ricerca di attenzione da parte dei media.